Crevacuore - Le sue Pievi
La differenza tra Chiesa e Pieve.
La Pieve, fu una circoscrizione territoriale religiosa e civile facente capo ad una chiesa rurale con battistero, detta chiesa matrice, pievana (o in latino plebana), alla quale furono riservate alcune funzioni liturgiche e da cui dipendevano altre chiese e cappelle prive di battistero.
La pieve è stata successivamente sostituita dalla parrocchia. Le pievi furono un fenomeno tipicamente italiano, esse nacquero e si svilupparono solamente nelle regioni dell’Italia centro-settentrionale: Piemonte, Lombardia, Triveneto, Liguria, Emilia, Romagna, Corsica, Toscana, Umbria e Marche.
Il termine pieve deriva direttamente dal latino plebs, popolazione, con l'espansione del Cristianesimo il termine passò ad indicare la comunità dei battezzati.
DIOCESI
Crevacuore fa parte dell’Arcidiocesi di Vercelli, probabilmente già dal IV secolo d.C. L’attestazione antica più certa è tuttavia del X secolo [MGH DD II/2, n. 323, p. 750; BSSS 145, p. 118; Ughelli 1719, Vol. IV, p. 1101].
Pievi
La parrocchia di Crevacuore, dedicata alla Vergine Assunta, dipendeva in origine dalla pieve di Naula [Milano 1981, p. 34]. In epoca imprecisata si staccò da questa ed ebbe sede presso l’oratorio della Madonna della Serra, per poi trasferirsi all’interno del borgo di Crevacuore divenendo a sua volta matrice di altre parrocchie della zona. È probabile che Crevacuore comprendesse in un primo tempo sotto di sé anche Trivero, Coggiola, Postua e Flecchia, che si separarono già in tempi remoti. Flecchia era già parrocchia a sé stante nel 1227, e nel 1243 aveva un parroco residente. Coggiola divenne parrocchia nel XIII secolo e in seguito anche Postua, che si rese autonoma prima del XIV secolo [Barale 1987, pp. 48-57]. Nel 1626 si separarono dalla parrocchia di Crevacuore Ailoche e Caprile, seguite tre anni più tardi da Guardabosone e Pianceri [Barale 1987, p. 429]
- Organizzazione.
La prima visita pastorale nota relativa a Crevacuore risale al 1573 [ACVV, Visita Pastorale 1573, Crevacuore] ci informa che esisteva un solo prete, don Giovanni Barbotino di Sostegno, il quale doveva occuparsi della cura spirituale dei centri di Guardabosone, Ailoche, Caprile e Pianceri. Negli anni successivi è attestata la presenza, accanto al rettore, di un altro sacerdote con la funzione di vicecurato di Crevacuore, don Francesco Bellino, addetto ad amministrare il battesimo ai bambini [AP Crevacuore, Libro dei Battesimi, 1574-1584]. Nel XVII secolo la popolazione religiosa divenne più numerosa; nel 1665 i preti presenti erano cinque, tra cui il rettore della chiesa prepositurale, don Giovanni Battista Barello, affiancato da due sacerdoti, cappellani rispettivamente delle confraternite della Santissima Trinità e dei Santi Bernardino e Mastra. Due di questi religiosi, compreso il rettore, non godevano della rendita né di alcun beneficio in quanto erano stati ordinati sulla base economica del patrimonio familiare, e celebravano ad libitum, senza essere tenuti ad alcun obbligo preciso e si mantenevano con i propri redditi. Nel 1681 i preti erano quattro (il rettore, i cappellani della Santissima Trinità, della Confraternita dei Santi Bernardino e Marta, e un terzo cappellano del cantone di Giunchio) affiancati da dieci chierici che si stavano preparando al sacerdozio [ACVV, Visita Pastorale 1681, Crevacuore]. Nel 1693 i preti erano dieci; il preposto e vicario foraneo, il cappellano della Santissima Trinità, della confraternita dei Santi Bernardino e Marta, il cappellano titolare del beneficio della Cintura presso l’altare della Madonna della Neve nella parrocchiale. C’era un quinto cappellano che svolgeva le sue funzioni a Giunchio, un cappellano all’oratorio dell’Annunciazione; tre altri preti non ricoprivano alcun incarico specifico nella parrocchia, tanto che non furono rintracciati dal visitatore, ai quali si aggiungevano due chierici [ACVV, Visita Pastorale 1693, Crevacuore]. Nel 1747 i preti sono ben 12; oltre al rettore esercitavano cinque cappellani, tutti ordinati sulla base del patrimonio familiare, e tutti e cinque dediti agli studi di teologia [ACVV, Visita Pastorale 1747, Crevacuore]. Nel 1770 i preti residenti erano scesi a otto [ACVV, Visita Pastorale 1770, Crevacuore]. Nella prima metà del XIX secolo il clero di Crevacuore contava sei parroci [ACVV, Visita Pastorale 1836, Crevacuore]. Oltre al personale religioso, la chiesa parrocchiale aveva due sacrestani che lavoravano stabilmente, pagati dalla comunità, i quali provvedevano al decoro dell’edificio, al suono delle campane e all’allestimento degli addobbi per le feste, compito che svolgevano, dietro opportuna retribuzione, anche in occasione delle solennità al santuario della Madonna della Fontana [Bruno 2001, p. 115] - Edificio storico e rapporto con la comunità.
L’atto di nomina del parroco di Postua, rogato nel 1387 sotto il portico della chiesa parrocchiale, ci consente di apprezzare che l’edificio era già collocato nella sua attuale posizione [Orsenigo 1909, pp. 243-245]. Nei secoli successivi la parrocchiale subì numerosi interventi architettonici, come l’abbattimento del portico. L’edificio, orientato e quindi di antica fondazione, nelle sue attuali linee risale al XVII secolo, mentre il coro e il presbiterio furono demoliti e ricostruiti ex novo nella seconda metà del XVIII secolo. Fin dal XVI secolo dinnanzi alla chiesa, costruita all’estremità orientale del borgo, tra il rio Bodro e la strada comunale per Postua era collocato il cimitero, poco utilizzato per le sepolture in quanto la maggior parte delle inumazioni avveniva nelle tombe comuni collocate sotto il pavimento della parrocchiale. In prossimità del camposanto si apriva la piazza principale del borgo, sede delle principali attività politiche e mercantili, quali la fiera del bestiame. Queste pratiche indispettirono non poco i visitatori pastorali colpiti da «l’indecenza che con proprij occhi abbiamo sperimentato in veder far il mercato pubblico avanti questa chiesa, etiamdio di bestiami immundi» Il rettore fu invitato a far pagare una lira d’argento di multa a chi avesse impiegato come area di mercato il sagrato e i terreni prossimi alla chiesa [ACVV, Visita Pastorale 1665, Crevacuore]. La più antica descrizione della chiesa è del 1573 [ACVV, Visita Pastorale 1573, Crevacuore]; l’aspetto esterno della parrocchiale non sembra essere cambiato di molto, mentre interiormente si trovava una serie di altari oggi non più esistenti, come quello dei Santi Orso e Brigida, San Nicolao, San Bernardino e San Sebastiano. L’altare dedicato a Santa Brigida di Svezia e al vescovo di Aosta Orso, giudicati omnibus destitutum, fu demolito entro il XVII secolo e sostituito da quello della Vergine dei Sette Dolori [ACVV, Visita Pastorale 1693, Crevacuore]. L’altare di San Bernardino da Siena, collocato in fondo alla chiesa, vicino alla porta laterale destra, nel 1606 fu giudicato nudum e se ne consigliò l’adeguamento o la demolizione. Si scelse la soluzione più drastica, anche se per tutto il XVIII secolo continuò ad essere impiegato il sepolcro [ACVV, Visita Pastorale 1606, 1661, Crevacuore]. L’altare di Sant’Antonio Abate conservò nel tempo la propria titolazione e presenza, mentre quello della Madonna della Neve alla fine del XVI secolo fu ricostruito a spese di Antonio de Marco, il quale lasciò in eredità tutti i propri beni. Nel 1681 era annesso all’altare il beneficium sub titulo B.V. de Cintura, mentre nel 1747 è attestata l’omonima confraternita [ACVV, Visita Pastorale 1573, 1606, 1681, 1747, Crevacuore]. L’altare di San Nicolao fu invece attribuito nel 1681 a Caterina da Alessandria. All’esterno del presbiterio, a sinistra dell’altare maggiore, esisteva la cappella di San Giovanni Battista, dove già nel 1573 era collocato un quadro raffigurante la Vergine Maria con ai suoi piedi inginocchiati le effigi del conte Pietro Luca Fieschi e della moglie Bettina Imperiali, signori di Crevacuore. Il conte Pietro Luca nel 1558 dotò questa cappella di beni mobili e immobili [ACVV, Visita Pastorale 1573, Crevacuore]. Altro altare scomparso era quello dei Santi Fabiano e Sebastiano, che nel 1573 era mantenuto dall’omonima confraternita, la quale provvedeva alla sua manutenzione e al pagamento dei sacerdoti che, due volte al mese, vi celebrano la messa. Era questa la primitiva sede della confraternita, poi spostatasi alla chiesa di San Sebastiano. L’altare era ancora esistente nel 1693, quando fu in seguito dedicato alla Concezione. Rimase la tomba della confraternita, i cui membri defunti continuarono a farsi seppellire. Nel XVIII secolo all’interno della chiesa parrocchiale si contavano non meno di nove aree sepolcrali: «una caduna per le confraternite della Santissima Trinità e del Gonfalone e delle Compagnie del Rosario e Cintura, questa serve per li fanciulli, altra per li Signori Sacerdoti, quella di casa Campo, altra di casa Bedoglio, altra di casa Barello, ed altra de fanciulli vicino alla porta maggiore e quella detta del commune nel mezzo della chiesa» [ACVV, Relazione dello stato della parrocchia della SS.ma V. Maria Assonta in cielo nel borgo di Crevacore, retta dalli 3 aprile 1758]. Ancora nel 1823, nonostante la presenza da oltre un secolo di un cimitero distante dal centro abitato e le varie leggi emanate a proposito, «le sepolture sono in chiesa con molto pregiudicio del pavimento della medesima, e della salute, per cui necessiterebbe il loro allontanamento» [AP Crevacuore, Inventario de mobili, arredi e sacri utensili della Chiesa Parrocchiale sotto il titolo della B.ma Vergine Assonta in cielo di Crevacuone]. - Rendite.
Nel 1573 gli abitanti del cantone di Giunchio (ora frazione di Ailoche), lungo la strada per Postua ed abitato da 20 famiglie, erano tenuti al versamento della decima delle biade. Tale onore non era tuttavia adempiuto come in passato perché la parte spettante alla chiesa non era calcolata con precisione, ma si preferiva lasciare una parte del raccolto nei campi. Gli atti della visita pastorale precisano che la decima sul vino non era pagata, mentre si versava quella sulle marasche (ciliege amarene) nella misura di una scodella a focolare [ACVV, Visita Pastorale 1573, Crevacuore]. - Rapporti con le altre presenze religiose.
Nel 1747 il vescovo di Vercelli intervenne per comporre una lite tra l’amministrazione del santuario della Madonna della Fontana e i priori della chiesa parrocchiale. Questi ultimi pretendevano di riscuotere alcuni antichi capitali spettanti al santuario come forma di risarcimento per la mancata assistenza prestata dai due eremiti là collocati al sacrestano parrocchiale incaricato di addobbare la chiesa. L’antico obbligo era infatti disatteso ma, trattandosi di un inalienabile diritto della parrocchiale, il vescovo stabilì che il santuario versasse alla chiesa, in sostituzione dell’opera degli eremiti, la somma di trenta lire di Piemonte, da impiegarsi nel mantenimento di un secondo sacrestano e vietò nel contempo ai priori ogni ingerenza nell’amministrazione del santuario [ACVV, Visita Pastorale 1747, Crevacuore].
Altre presenze ecclesiastiche
Nel XVIII secolo il territorio di Crevacuore contava oltre alla chiesa parrocchiale della Vergine Assunta altre due chiese inserite nel tessuto urbano e cinque chiese campestri. Le chiese erano le seguenti: parrocchiale della Vergine Assunta, oratorio dei Santi Bernardino e Marta, chiesa della Santissima Trinità o dei Santi Fabiano e Sebastiano. Le chiese campestri erano invece le seguenti: lungo la strada per Postua la chiesa della Madonna della Serra, lungo la strada per Coggiola la chiesa dell’Annunziata, lungo la strada per Ailoche l’oratorio di San Rocco, alla frazione Azoglio la chiesa di San Defendente, sul versante meridionale del Monte Tre Croci il santuario della Madonna della Fontana. Di seguito si dà l'elenco dei principali enti ecclesiastici del territorio comunale articolato nelle seguenti categorie:
- Chiese.
Le chiese sono state suddivise in: 1.a chiese cittadine (ossia interne al tessuto urbano di Crevacuore), 1.b chiese campestri, 1.c santuari.
- Confraternite (in ordine alfabetico).
1.a Chiese cittadine di Crevacuore.
Oratorio dei Santi Bernardino e Marta (ante 1573, costruzione attuale del XVII secolo). Le origini di questo oratorio possono essere ricondotte alla predicazione itinerante dei frati minori dell’osservanza francescana, detti “zoccolanti”, i quali erano soliti fondare delle “casette” sul territorio di cui resta una probabile traccia nella presenza di una piccola camera sopra il primitivo oratorio dei Santi Bernardino e Marta e destinata «precario nomine tantum» all’uso dei confratelli di San Bernardino [Bruno 2001, p. 145]. La confraternita doveva anticamente essere intitolata a Santa Marta cui in seguito fu aggiunto con probabile funzione antieretica la figura del francescano Bernardino da Siena, beatificato nel 1450, già predicatore in Vercelli. Dopo aver avuto una primitiva sede all’interno della chiesa parrocchiale, e presso l’altare di San Bernardino, la confraternita acquisì l’oratorio dei Santi Bernardino e Marta; edificio del quale non conosciamo le reali dimensioni ma che si suppone essere discrete in quanto l’aula doveva ospitare i sessanta iscritti alla confraternita, divisi internamente da un muro per separare l’oratorio dei confratelli da quello delle consorelle. Alla metà del XVII secolo, utilizzando come materiale da costruzione parte delle mura cittadine, l’oratorio antico venne alienato (1647) e, nelle sue immediate vicinanze fu costruito un nuovo edificio che venne rapidamente portato a termine. Nel 1723 iniziò la costruzione del campanile e della cappella dedicata a Santa Lucia. Negli anni Quaranta del Settecento fu avviata la costruzione della cappella della Madonna degli Angeli che si concluse dieci anni più tardi [Bruno 2001, p. 145].
Chiesa della Santissima Trinità, o dei Santi Fabiano e Sebastiano (ante 1573, forme attuali del XVII secolo). Questo edificio, situato all’estremità settentrionale dell’abitato, sull’asse viario della parrocchiale, si trovava in una zona periferica di Crevacuore che, dall’intitolazione della chiesa, assunse la denominazione di «contrada di San Sebastiano». Nei pressi dell’oratorio si apriva uno degli accessi al borgo, in corrispondenza della strada proveniente da Masserano attraverso il ponte di Azoglio. I vescovi di Vercelli e i signori di Masserano utilizzavano questo itinerario per fare il loro ingresso a Crevacuore. Lungo la strada si trovava già nel 1573 un piccolo oratorio campestre, quasi totalmente ricostruito nel corso del XVII secolo. La documentazione per ricostruire la storia di questo edificio religioso è, al momento, quasi del tutto perduta [Bruno 2001, pp. 150-151].
1.b Chiese campestri
Oratorio della Madonna della Serra (strutture del XIII secolo). Si tratta di una chiesa molto antica, primitiva sede della parrocchia di Crevacuore. La prima descrizione dell’oratorio risale al 1573; era stato da poco dotato di un campanile, oggi non più esistente [ACVV, Visita Pastorale 1573, Crevacuore]. L’oratorio della Madonna della Serra, situato lungo la strada verso Postua, nei pressi di un sentiero che porta al castello, riveste una particolare importanza per l’inestimabile valore artistico dei suoi affreschi, oltre che per l’indubbia rilevanza storica, perché rappresenta non solo la chiesa matrice della parrocchia di Crevacuore e delle rettorie vicine, ma di tutta la Valsessera e probabilmente della stessa Valsesia, tra cui Agnona [Orsenigo 1909, pp. 243-244]. Anticamente l’oratorio dipendeva, a propria volta, dalla pieve di Santa Maria di Naula, legame che risulta evidente nella intitolazione alla Vergine. Alla fine del XIII secolo la Madonna della Serra era tenuta al pagamento di una cospicua somma come decima papale, pari a sessanta lire. In un momento imprecisato la parrocchia di Crevacuore ottenne l’autonomia da Naula, ma non si sa se la separazione avvenne in concomitanza con la costruzione della nuova chiesa edificata nel borgo e già attestata nel 1348 [Barale 1987, pp. 48-57]. Da allora la chiesa della Madonna della Serra rimase un semplice oratorio campestre. Nel 1573 risultava genericamente indicato come «Capella Beatae Virginis extra locum Crepacorij» mentre nel 1606 per la prima volta è definito «oratorium Sanctae Mariae de Serra» [ACVV, Visita Pastorale 1573, 1606, Crevacuore]. Il termine “Serra” dipende dalla collocazione su un piccolo poggio che, nonostante le ridotte dimensioni consente al piccolo edificio di controllare la zona circostante grazie alla posizione dominante a fianco del valico che immette nella Valle Strona.
Chiesa dell’Annunziata (ante 1573). Le fonti inerenti questo edificio sono lacunose e frammentarie. La visita pastorale del 1573 si limitava a registrare la presenza dell’edificio dedicato alla Madonna dell’Annunziata. Il 25 marzo, in occasione della festa dell’Annunciazione, si celebrava la messa accompagnata dal canto. Il 7 ottobre, nel giorno del Santissimo Rosario, si svolgeva una processione, sempre dedicata all’Annunciata, durante il quale si recitava all’andata il Rosario e al ritorno le litanie della Madonna [ACVV, Relazione dello stato della parrocchia della SS.ma V. Maria Assonta in cielo nel borgo di Crevacore, retta dalli 3 aprile 1758].
Oratorio di San Rocco (XV secolo). L’oratorio di San Rocco, che dà il nome ad un cantone di Crevacuore, è situato sulla strada per Ailoche ed è di origine piuttosto antica, come testimoniano gli affreschi quattrocenteschi qui presenti. Le relazioni pastorali non forniscono indicazioni cronologiche precise, ma indicano chiaramente che l’edificio fu costruito dopo una pestilenza. Nonostante il proliferare degli edifici di culto dedicati al santo di Montpellier dopo le pesti del 1584 e del 1628, il San Rocco di Crevacuore sembra essere ben più antico e probabilmente legato a qualche epidemia del XIV secolo. Nel 1606 infatti era descritto come in completo abbandono, «per omnia fere destitum», che difficilmente ci permette di collocarlo come una costruzione recente: il visitatore trovò il tetto sconnesso che lasciava entrare acqua all’interno, le pareti erano fessurate e gli animali selvatici liberi di penetrare all’interno. L’oratorio era privo di ancona, pavimento, le porte erano senza battenti e solo il coro era voltato [ACVV, Visita Pastorale, 1606, Crevacuore]. Dopo la visita del 1606 l’edificio venne restaurato e i lavori di manutenzione effettuati a spese della comunità.
Chiesa di San Defendente (attestazioni dal XV secolo). La chiesa, costruita alla frazione Azoglio e oggi conosciuta come «di San Michele», in realtà presentava in passato una diversa titolazione ancora attestata nel XIX secolo che era quella di San Defendente. La visita pastorale del 1606 ricorda l’esistenza di un oratorio dedicato alla Santa Croce [ACVV, Visita Pastorale1606, Crevacuore]. Nel 1661 la costruzione era già stata modificata e ricostruita nelle due forme attuali [ACVV, Visita Pastorale 1661, Crevacuore] e dedicata ai santi Defendente e Rocco. La successiva visita pastorale del 1665 riconoscerà come unico santo titolare San Defendente [Bruno 2001, p. 154].
1.c Santuari
Santuario della Madonna della Fontana (XV secolo). Secondo la tradizione le origini del santuario sono antiche. Le relazioni settecentesche parlano di un’apparizione della Madonna l'8 settembre del 1334, festa della Natività della Vergine, alla pastorella muta Maria Raviciotti di Azoglio che riacquistò la parola per raccontare l'avvenimento; la Vergine espresse il desiderio che sul luogo dell'apparizione fosse edificato un santuario e consacrato il ruscello esistente [ACVV, Relazione dello stato della parrocchia della SS.ma V. Maria Assonta in cielo nel borgo di Crevacore, retta dalli 3 aprile 1758]. Venne eretta intorno una primitiva edicola, innalzata a ricordo dell’evento, intorno alla quale sorse una cappella come riportato nella visita del 1573 [ACVV, Visita Pastorale1573, Crevacuore]. Dal sec. XVII è testimoniata l'usanza di bagnarsi con l'acqua sgorgante al di sotto della cappella, raccolta in una vasca interna. Dal 1836 l'acqua per le abluzioni fu definitivamente canalizzata verso una fontana esterna, collocata sul piazzale del santuario. Nel 1606 viene segnalato l’inizio del cantiere per ingrandire la chiesa che assunse dopo un secolo la struttura attuale: pianta a tre navate con tre porte d'accesso ornate di stucchi; cupola centrale; portico in facciata con alloggio sovrastante [ACVV, Visita Pastorale1606, Crevacuore]. Lungo il percorso che conduce al santuario furono costruite delle cappelle con affreschi di soggetto mariano. Dal XVII secolo il santuario era un luogo di eremitaggio ed erano ospitati uno o, in alcuni periodi, due religiosi. L’eremita che vestiva l’abito dei Terziari francescani e la cui presenza era annualmente certificata e concessa dal vescovo di Vercelli, era una figura pienamente inserita nell’organizzazione diocesana, ed era obbligato a risiedere nel santuario, espletando le funzioni di sua pertinenza; era tenuto a coadiuvare il prevosto di Crevacuore nello svolgimento della sua missione. L’acquisizione dello status di eremita, che implicava un impegno a vita, non era semplice: essere accolto presso il santuario con l’incarico di “romita custode” non era semplice, e i priori dovevano spesso scegliere tra una rosa di candidati, spesso dietro forti pressioni di raccomandazioni e offerte in denaro. Gli obblighi dell’eremita non si limitavano alla custodia - anche armata - e alla cura dell’edificio, ma comportavano la sua partecipazione attiva al mantenimento economico del santuario attraverso la raccolta di elemosine e soprattutto delle collette, le cosiddette “cerche” [Bruno 2001, pp. 184-189].
- Confraternite
Nel borgo di Crevacuore erano presenti le seguenti confraternite:
Compagnia dei Santi Bernardino e Marta.
Aveva originariamente sede nella chiesa parrocchiale; nel XVII costruì come propria sede la chiesa dei Santi Bernardino e Marta. Aveva come prerogativa il conforto spirituale dei condannati a morte. Tale compagnia era aggregata alla Confraternita del Gonfalone, detta anche del Riscatto o della Misericordia.
Confraternita del Rosario.
Di antica fondazione e già esistente nel 1573, aveva sede nella chiesa parrocchiale con il nome di «Societas Sanctae Mariae».
Confraternita del Santissimo Sacramento.
Già esistente nel 1573 con la denominazione di «Societas Corporis Christi», aveva sede nella chiesa parrocchiale.
Confraternita della Santissima Trinità.
Insieme alla Compagnia dei Santi Bernardino e Marta era la confraternita più potente di Crevacuore. Era aggregata all’Arciconfraternita della Città Eterna. In epoca medievale gestiva un ospedale, quello di San Sebastiano, già in disuso nel 1573.
Altre compagnie minori erano la Società della Madonna del Cordone di San Francesco, che aveva sede presso l’altare della madonna degli Angeli nell’Oratorio dei Santi Bernardino e Marta, e la Confraternita di Sant’Antonio da Padova, retta nel 1665 presso l’omonimo altare nella chiesa della Trinità.
Fonti Bibliografiche ed Archivi
ACVV, Archivio della Curia Vescovile di Vercelli
ASC Crevacuore, Archivio Storico del comune di Crevacuore
AP Crevacuore, Archivio parrocchiale di Crevacuore
AST, Archivio di Stato, Torino
AS Varallo, Archivio di Stato di Varallo
Nota
L’ Archivio Storico del comune di Crevacuore, conservato in un armadio nella sala consigliare del municipio, altro non è che una raccolta dei documenti più antichi parzialmente inventariata. Si tratta ad ogni modo di una frazione del complesso archivistico dei fondi comunali. La ricognizione effettuata nel maggio del 2014 ha permesso di rintracciare l’archivio nella sua globalità che risulta così distribuito:
Sala consigliare: documenti della comunità di Crevacuore, liti di confine, liti con i feudatari, catasti e raccolta di grida e leggi.
Sotterranei del Municipio: registri dei catasti (da inventariare) della seconda metà del XIX secolo, documenti amministrativi da inventariare (secoli XVIII-XX).
Sotterranei Scuola Materna: qui è conservata la sezione principale dell’archivio, tra cui gli Ordinati, le delibere del comune e degli organi statutari dal XVI al XX secolo.
Bibliografia
Documenti a stampa:
Acta Reginae Montis Oropae, 2 voll., Biella 1945-1948.
Annuaire administratif du département de la Sésia. Avec une notice statistique sur le Villes de Verceli, Bielle et Santhia, suivie d’une Mémorie sur la Constitution Atmosphérique du méme Département pendant l’année 1810, et sur divers objects d’Économie rurale, pour l’An 1811, Vercelli 1811.
Biscioni, I: Biscioni (I), a cura di G.C. Faccio, M. Ranno, Torino 1934, 1939, [BSSS 145, 146].
Circoscrizione Degli Stati di S. M. in Terraferma Colla designazione Delle Rispettive Autorità Ecclesiastiche, Giuridiche, Civili, Economiche, ed Amministrative. Col confronto della Attuale Popolazione Con Quella Del 1700, 1723, e 1750 ed Elenco alfabetico relativo delle Comuni, Torino 1820.
MGH: Monumenta Germaniae Historica, Diplomata regum et imperatorum Germaniae, tomus I; tomus X, pars parte I.
Studi:
Barale 2003: Vittorino Barale, Curino. Pagine di storia e di vita di un piccolo paese tra le Rive Rosse, Curino 2003.
Barale 1987: Vittorino Barale, Il principato di Masserano e il marchesato di Crevacuore, Biella 1987.
Bruno 2001: Sara Bruno, Crevacuore. Antico marchesato e borgo di confine, Biella 2001.
Capuano 2008: Laura Capuano, Per il re o per il duca. Masserano e Crevacuore tra Cinque e Seicento, Biella 2008.
De Rosa 2000: Riccardo De Rosa, Gli statuti dei feudi di Masserano e Crevacuore all'epoca dei Ferrero Fieschi: sec. (16.-17.), in «Archivi e storia: rivista semestrale dell'Archivio di Stato di Vercelli e delle sezioni di Biella e Varallo», nn. 15-16 (2000), pp. 73-102.
Fontana 1907: Leone Fontana, Bibliografia degli Statuti dei Comuni dell’Italia Superiore, 3 voll., Torino 1907.
Manaresi 1944: Cesare Manaresi, Alle origini del potere dei vescovi sul territorio esterno delle città, in «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano», n. 58, 1944.
Orsenigo 1909: Riccardo Orsenigo Vercelli Sacra, Como 1909.
Panero 1979: Francesco Panero, Due borghi franchi padani. Popolamento ed assetto urbanistico e territoriale di Trino e Tricerro nel secolo XIII, Vercelli 1979.
Pipino 2010: Giuseppe Pipino, Documenti minerari degli Stati sabaudi, Ovada 2010.
Rosso 1968: Sandro Maria Rosso, Postua. Storia e anima di un paese, Biella 1968.
Diritti di Riproduzione
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G. Cerino Badone, Crevacuore, in Schedario storico-territoriale dei comuni piemontesi:
www.archiviocasalis.it (2014)
https://www.archiviocasalis.it/localized-install/biblio/biella/crevacuore