Sostegno è un ridente paese del biellese orientale, le cui origini conosciute e non ipotizzate, intorno all’anno mille, sono simili a quelle dei paesi di Crevacuore e Postua e del biellese orientale.
Dipendente dalla curia vescovile di Vercelli e dalla famiglia Bolgaro e successivamente dalla famiglia Avogadro, Sostegno e le sue zone limitrofe avevano un’economia che si basava principalmente sull’agricoltuta e l’allevamento del bestiame, che si è protratto nel tempo, ed è per questo che il paese è rimasto intonso nel suo fascino, con l’attrattiva delle sue dolci colline, coltivate a frutteti e vigneti, ed il suo incantevole centro storico.
Da visitare la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, costruita sulla collina del castello utilizzando proprio le mura e la cappella interna dello stesso, così come la torre campanaria. All’interno della Chiesa di San Lorenzo vi è conservato uno dei più begli organi del biellese.
Molto bella nella sua semplicità la chiesa della SS. Trinità che richiama alla meditazione il visitatore. Costruita nel tardomedioevo a pianta rettangolare, sulla facciata è presente un bellissimo affresco gotico della fine del ‘400.
Ma è solo alla fine dell’800 che il territorio di Sostegno viene sistematicamente modificato per lo sviluppo e lo sfruttamento anche dei territori incolti, soprattutto in quello che si chiama “il territorio del Bramaterra”.
Uscendo dall’abitato di Sostegno , passando davanti all’Oratorio di San Giacomo, situato, come tradizione vuole, sull’antica strada dei pellegrini, (così detta perché su questa via, Valsesiani e Valsesserini, transitavano nei secoli passati per recarsi a Santiago (San Giacomo) di Compostela e, percorrendo questa, per circa tre chilometri, i visitatori giungono al Cantone di Casa del Bosco e precisamente, nella piazza di Santa Caterina dove sorge l’omonima chiesa. Inizialmente, nel 1402 fu costruito un pilone votivo sul quale era dipinta l’immagine della Santa, successivamente, nel 1586, al posto del pilone, fu edificata una piccola cappella, sempre dedicata a Santa Caterina, protettrice del cantone. Circa duecento anni dopo si ampliò la struttura sulla primitiva cappella e verso la metà dell’800 si costruì l’atrio e il coro, assumendo poco alla volta l’aspetto che oggi conosciamo.
La costruzione attigua, che un tempo costituiva la casa parrocchiale, è oggi Eremo di San Disma, (il ladrone penitente, crocefisso insieme a Gesù). La parola stessa indica un luogo dove ritirarsi a meditare. Cinta da un muro costruito a causa dei continui furti nello stesso periodo dell’ampliamento della chiesa, dal suo bellissimo cancello si può intravedere un luogo che riporta a tempi antichi dove sembra che il tempo si sia fermato.
Proseguendo, subito dopo, troviamo quello che fu l’edificio delle scuole elementari ed asilo, la cui costruzione iniziò nel 1897 sul terreno della casa parrocchiale, per volere di Don Paolo Antoniotti, che, allo scopo di favorire detta costruzione aveva egli stesso donato una casa ai tempi acquistata dalla madre di Quintino Sella (Rosa Da Clausthal), più una rendita. Nacque così la scuola elementare ed asilo, di Casa del Bosco.
Ora l’edificio è adibito a Museo del Bramaterra e rappresenta al suo interno la storia di detta località che si estende tra le colline di Casa del Bosco e Lozzolo e alla quale, alla fine del diciannovesimo secolo, sempre sotto la guida di Don Paolo Antoniotti, venne data nuova vita, dissodando il terreno, estirpando e irrigando, al fine di dare nuovo impulso all’agricoltura, soprattutto nella coltivazione di frutta e uva dalla quale si ricava il prezioso “Bramaterra”.
Al suo interno troviamo una sala con la spiegazione ed esposizione della composizione morfologica del territorio, nonché della fauna e della flora dello stesso, contiene inoltre alcune apparecchiature piuttosto curiose…
La seconda sala è dedicata al vino, agli accessori necessari alla sua produzione ed alla vita quotidiana del tempo passato.
Il museo fa parte della rete museale biellese ed è visitabile nel periodo estivo nelle giornate programmate dalla rete museale.