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Postua, Contrada del Burnel

Arrivando a Postua se prendiamo come punto di riferimento il bel Santuario della Madonna Addolorata e camminiamo verso il municipio, seguendo le indicazioni, entriamo in un luogo ricco di storia.

Il “Burnel”, è la più antica contrada del paese. Un piano regolatore accorto ha permesso nel corso degli anni di mantenere quasi intatto il vecchio quartiere, che prende il nome da un’antica fontana del ‘700. Molte case sono state mantenute come in origine, in pietra e legno, e numerose sono le famiglie italo/francesi che le abitano.

Le costruzioni più antiche erano composte innanzitutto da una stalla con una stanzetta attigua per cucinare sul camino ed un pagliericcio per dormire, quando addirittura non si dormiva nella stalla che era l’ambiente più caldo.

Queste casupole erano affiancate da case più importanti come quelle del Cortile dei Notai, dove vivevano le persone più abbienti. Su una di queste si può notare lo stemma dei Traversino, una delle più importanti famiglie del luogo, che denota la proprietà di questa casa, insieme al forno (considerato un vero privilegio) sempre di appartenenza della stessa.

I notai dell’epoca, non erano esattamente come li immaginiamo oggi, ma principalmente persone laiche, un po’ più colte, che sapevano leggere, scrivere, far di conto già nel XVI e XVII secolo e che avevano il compito di annotare gli eventi importanti, le decisioni e le assegnazioni fatte dai Comuni, dai commercianti, dal Principe e dalle forze costituite. Non solo quindi stipulatori dei classici passaggi di proprietà ma depositari di tutti quei documenti che attestavano cambiamenti che altrimenti avrebbero rischiato di andare perduti.

Le case del Burnel e i loro caratteristici archi allargati.

Le famiglie che abitavano questa parte del paese erano le più antiche della comunità; solitamente era usanza combinare i matrimoni per unire le proprietà, in modo da non disperdere le ricchezze. Le costruzione sono nello stile delle tipiche case di montagna, con balconate in legno per mettere ad asciugare i raccolti e dotate anche di cantine per la conservazione delle derrate alimentari.

La strada che si dirama da questa Contrada, transitabile ancora oggi, anticamente si percorreva per andare a Guardabosone e poi in Valsesia. Proseguendo troviamo un’altra fontana antica, che si trova sul viottolo che sbuca al vecchio forno comunale. Qui, le famiglie che non possedevano il forno per cuocere a casa, ma solo il semplice focolaio, venivano a turno in un giorno prestabilito ad un’orario prestabilito con la loro fascina e ciocchi di legno ed accendevano il fuoco per cuocere le pagnotte per tutta la settimana. Pane e biscotti semplici da inzuppare nel vino per i grandi o nel latte per i bambini, la domenica.

Nel 600, la famiglia Traversino, tra le più importanti di Postua, realizzò quello che viene chiamato Palazzo Traversino.
Il Traversino fu un luminare dell’epoca; aveva studiato a Bologna, ed era stato medico personale del Duca di Modena. Della stessa famiglia fu anche un importante prelato, a cui viene attribuita la realizzazione del Santuario della Madonna del Carretto a Guardabosone.
Altro fatto da tenere in considerazione è che nel 600 Postua era uno dei 6 Consolati del Marchesato di Crevacuore di cui nel 1736 il Giacinto Traversino fu componente del Consiglio Valligiano della Valle di Crevacuore e Notabile.

Le vie di accesso da e per… Crevacuore.
La costruzione dell’antico ponte che attraversa lo Strona risale al 1409. Nel 1736 era solo percorribile soltanto a piedi, a cavallo, o con carri e fu solo molto più tardi tra il 1909/1910 che venne allargato per renderlo carrozzabile. Forse è per questo che la bellezza di questo paese è rimasta immutata fino ad oggi.
Nonostante sia un paese di fondovalle la sua vivacità è dovuta alla vicinanza con i passaggi verso la Valsesia ed al fatto che si trovasse sulla strada del Cammino per Santiago di Compostela, uno dei pellegrinaggi più sentiti fin dal Medio Evo.

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